[:en]401. Morocco, Kenya, India, Nepal, Japan…[:it]401. Marocco, Kenya, India, Nepal, Giappone…[:]

[:en]Roberto and Eva Cavalli401. Morocco, Kenya, India, Nepal, Japan…

In the late 80’s, Eva and I started traveling all over Morocco, Kenya, India, Nepal and Japan.

Eva loved the adventure as I did.  We stayed at hotels of all kinds, met interesting people and we liked the local cuisine.

We were curious about everything.  I had already visited many of those countries and was able to introduce Eva to many places familiar to me. I felt like a mentor to her.

We bought silk and other local materials which we took to local tailors to have dresses made right on the spot according to our designs.  For few rupees did everything we asked and handed our finished clothes to us in just a few hours.

We liked to swim in those clean seas and then lie down on the beach for hours without thinking about anything, just us with our happiness!

We were always looking for new markets and the locals were happy to meet with us and offer their help.  This was true everywhere, in Morocco as in India.

Those markets were a feast of colours and scents.  Beautiful women, rich and poor alike, capitalizing on their local makeup and jewellery, made the most of themselves in their local saris or caftans.

Unique faces enhanced with coloured or black makeup according to the local traditions!  We always arrived home with strange objects or fabrics that were often put aside in a few months, but it was fun to try carpets and fabrics in our Florence home…  these experiments were well worth the effort.

We came back increasingly close to each other, with eyes and minds full of images, images that I captured with my camera.

I then found I have a passion for photography and I liked to think that everything I saw and photographed could become a new design for my clothes.  Deserts… sunsets… trees… clouds… fish… birds… I photographed everything I liked and everything that intrigued me.

Then, when I returned to Florence, I shut myself in my darkroom for hours and hours, developing and printing.  I had built a real photo studio in an outbuilding in the garden with all kinds of imaginable equipment.

…to be continued.

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Roberto Cavalli Fall/Winter 2015-16

Roberto Cavalli Fall/Winter 2015-16 – details

[:it]Roberto and Eva Cavalli401. Marocco, Kenya, India, Nepal, Giappone…

Era la fine degli anni 80 e con Eva cominciammo a viaggiare dappertutto: Marocco, Kenya, India, Nepal, Giappone.

Eva amava l’avventura come me. Andavamo a infilarci in alberghi di ogni tipo, incontravamo persone interessanti e ci piaceva assaggiare ogni piatto della cucina locale.

Eravamo curiosi di tutto. In molti di quei paesi io c’ero già̀ stato e mi piaceva ripercorrere con Eva le stesse strade. Mi sentivo un po’ un pigmalione.

Compravo sete, abiti del luogo, correvamo a farci confezionare dai sarti del posto i vestiti che ci inventavamo sul momento, e loro per poche rupie ci cucivano tutto quello che volevamo e ce lo consegnavano in poche ore.

Ci piaceva fare il bagno in quei mari puliti e poi rimanere sdraiati per ore senza pensare a niente, soli con la nostra felicità!

Eravamo sempre alla ricerca di nuovi mercatini e la gente del posto era contenta di vederci e di offrirci il loro aiuto. In Marocco come in India.

Quei mercati erano una festa di colori e di profumi. Donne bellissime con trucchi e gioielli tipici di quei luoghi, poveri, ma incredibilmente ricchi per come li accostavano ai sari o ai caffettani.

Visi unici, con trucchi colorati, o solo neri a seconda dei luoghi! Tornavamo a casa sempre pieni di oggetti o di tessuti strani di cui spesso ci disfacevamo nel giro di pochi mesi, ma il divertimento di provare i tappeti e i tessuti nella casa di Firenze valeva certo la pena di tanta fatica.

Tornavamo sempre più̀ affiatati, con gli occhi e la mente pieni di immagini. Immagini che fissavo con la mia macchina fotografica.

Scoprii infatti di avere una grande passione per la fotografia e mi piaceva pensare che ogni cosa che vedevo e fotografavo potesse diventare una stampa per i miei abiti. Deserti… tramonti… alberi… nuvole… pesci… uccelli… Fotografavo tutto ciò̀ che mi piaceva, tutto ciò̀ che m’incuriosiva.

Poi, quando tornavo a Firenze, mi chiudevo ore e ore nella camera oscura a sviluppare e a stampare. Avevo costruito un vero e proprio studio fotografico in una dépendance in giardino, provvisto di ogni genere di attrezzatura possibile e immaginabile.

…continua.

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